Sono in montagna. Scrivo tra i boschi, sotto un albero. Mentre l'Italia affoga nel caldo, io mi godo un fresco venticello che mi ristora. La mattina mi sveglio col canto degli uccelli, la sera mi addormento dopo aver salutato le stelle e le lucciole.
Mi sento in paradiso e fatico a capire come faccio, durante gran parte dell'anno, a vivere immerso nell'asfalto e nel rumore, lontano da tutto, lontano dall'armonia.
Eppure in molti mi dicono "eh si, ma come faresti a stare lì tutto l'anno? Dovresti rinunciare ad un sacco di cose!!" e non si rendono conto di tutto ciò a cui noi rinunciamo stando nelle nostre moderne città.
Ma sto divagando. Il problema è questo. Mentre sto qui, nel mio paradiso, o mentre sto a Roma, nel mio inferno, non riesco. Non riesco proprio. Non riesco a visualizzare il disastro, il dramma, l'autentica apocalisse, che sta avvenendo nei mari del Golfo del Messico. E se non lo vedo non esiste.
E' la chiave di tutto, chi studia comunicazione lo sa. E' il meccanismo che muove i reality. Sono visto, dunque esisto. Se non sono visto non esisto...
E' stupito, è squallido, ma tristemente funziona. Chi rimane indifferente di fronte al povero cagnolino abbandonato? Ma chi si ferma a pensare che dietro un collo di pelliccia, c'è molto più dolore? Non si vede, quindi non c'è.
Ed ecco che la Bp, decide di far sparire il petrolio. No no, non di eliminarlo, ma semplicemente di non farlo vedere. Come? leggete il post di luogocomune e lo scoprirete.
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